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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

giovedì 13 ottobre 2011

Fernando Pessoa

Inauguro qui una nuova sezione, destinata a statue un po’ particolari. Quelle statue a grandezza naturale, realistiche, che fermano narratori o poeti in un gesto quotidiano, in mezzo a noi, senza piedistallo, senza strutture separatrici, con le quali si possa interagire. Quasi mai saranno fotografie mie, perché non è questo che mi interessa. Ciò che mi interessa è rintracciare le care e buone immagini paterne che improvvisamente si possono ritrovare lungo una strada, in un bar, su una panchina. E comincio allora dalla statua forse più celebre tra tutte.


Non solo vino, col vino l’oblio, verso
nella coppa: sarò lieto, perché la sorte
                è ignara. Chi, ricordando
                o prevedendo, aveva sorriso?

Dei bruti non la vita, bensì l’anima,
acquistiamo pensando; raccolti
                nell’impalpabile destino
       che non spera né ricorda.

Con mano mortale levo alla mortale bocca
 in fragile coppa il vino passeggero,
           opachi gli occhi
           per non più vedere.
                                         (da Odi di Ricardo Reis)


Lo storico caffè art-nouveau A Brasileira (dichiarato “Patrimonio architettonico portoghese”), in Rua Garrett, nel quartiere Chiado di Lisbona, presso il quale Pessoa, notorio bevitore, ha ancora il suo tavolino nel locale in qui passava tutti i pomeriggi, così vicino a Largo S. Carlos in cui si trovava una delle sue molte temporanee case (ora museo dedicato al poeta).

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