cadevano le granate
le bombe cadevano
una è entrata fin dentro la stanza
e lui non mi ha neppure abbracciato
la guerra è un gran male, che cammina
in casa arriva, nell’anima ti entra
e ti prende la casa e l’anima
e io avevo solo bisogno
che mi abbracciasse
nascondevo le lacrime
nascondevo l’odio
nascondevo ai bambini il bisogno
che sentivo del suo amore
se mi avesse abbracciato una sola volta
la guerra per me sarebbe passata
mi sarebbe passato
l’orrore che cammina, che prende la terra
si prende la città, si porta via la casa
lacera l’anima
trecento giorni di guerra
e lui non mi ha nemmeno guardata
trecento giorni e trecento notti
la guerra non ha anima né occhi
è troppo tempo che siamo insieme
e so che l’amore si consuma
come i soldi, come i ricordi
ma tutt’attorno
cadevano le granate
e io sentivo solo il bisogno
che mi abbracciasse
(A. Sidran, Poesia al femminile, da La bara di Sarajevo)
Il 5 aprile 1992 cominciava l’assedio di Sarajevo, il più lungo assedio della storia moderna.
Ave Maria gratia plena... “Ave Maria regina dei croati”. Ave Maria per la gente rinchiusa tra il filo spinato. Ave Maria per l’orologio che si è fermato sul campanile della cattedrale. Ave Maria per il grano e per le quaglie in mezzo al grano. Per gli occhi pieni di spavento, per le orecchie e per le gambe. Ave Maria per gli angeli che cantano nel cielo. Ave Maria per coloro che combattono per la nostra terra, e intanto pensano a quella degli altri. Ave Maria per l’insetto che non può posarsi sul filo spinato. Ave Maria per i serpenti che hanno avuto la saggezza di sparire sotto terra. Per l’albero, la pietra e l’acqua.
Ave Maria per la foglia morta nella Via Re Tomislav a Sarajevo, per tutta la città, che si ricorda ancora dei nostri volti.
Ave Maria per i gobbi, gli storpi e gli affamati.
Per il cane che non ha l’osso. Ave Maria per i soldati, soldati, soldati...
Ave Maria per la mia tristezza serale, che non conosce riposo.
Ave Maria per il mattino, il giorno, il tramonto e la sera. Per la neve e la pioggia.
Ave Maria per giugno, luglio e agosto. Per le ombre sull’acqua. Per la bora e le vele. Ave Maria per quelli che se ne sono andati, per quelli che devono ancora partire e per quelli che restano.
Ave Maria per i morti e i non nati, perché di essi è il regno dei cieli.
Ave Maria per le ventisette città martiri.
Ave Maria per le ragazze abbandonate.
Ave Maria per Mary-Jane, donna meravigliosa, con tutto il mio amore, che non è bastato. Ave Maria, e che tu sia piena di grazia per Alessandra nascosta nella Via dei Principi caduti.
Ave Maria per la nostra Jugoslavia, per la Germania, l’Inghilterra, la Francia...
E prega per noi, per tutti noi,
che siamo in cammino...
Campo di concentramento di Slavonski Brod, luglio 92 (da V. Čolić, I Bosniaci, Milano, Zanzibar, 1996)
Nella carneficina quotidiana, si scavano le trincee di desiderio in cui resistere.
Buon compleanno.
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