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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

martedì 24 maggio 2011

Pensieri della libreria

Dietro le nevi incede,
domenica, dietro fiondando il porto,
il Deutschland; e così il cielo si mantiene,
ché ostile è l’aria infinita,
e il mare scaglie di silice, nero-dorsuto nel colpo regolare,
fisso Est-Nord-Est, nel quarto maledetto, il vento;
rigida, bianco-ardente, attorta in turbine la neve
rotea verso gli abissi culla di vedove, bara di figli e padri.

Fu spinto nel buio sottovento,
urtò – non un banco o uno scoglio
ma le creste di una nebulosa di sabbia: la notte lo trascinò
a morte su Kentish Knock;
e squarciò la secca con la prua e il corso della chiglia:
le ondate rotolavano da un fianco all’altro con urto devastante;
e da vele e bussola, elica e timone
inutili per sempre a spingerlo o a guidarlo, ora era oppresso.

(Gerard Manley Hopkins, Il naufragio del Deutschland, 13-14, trad. di Rosanna Farinazzo)

La copertina dell’edizione in cui conobbi Il naufragio del Deutschland, capolavoro rivoluzionario di un’epoca vittoriana non in grado di riconoscerlo come tale, aveva un particolare de Il mare di ghiaccio di Friedrich.





Tutto questo, quello scafo sfasciato, mi è tornato in mente vedendo, ahimè, tardi, una locandina di un allestimento parmense di Claudio Parmiggiani (1943), artista anomalo di fama internazionale, che ha attraversato arte povera e arte concettuale, alla ricerca di un’arte materiale che sappia esprimere l’invisibile e il suo trascorrere.




Un'immagine di grande impatto, nella forza maestosa di una nave in secca, sbalzata attraverso un muro, schiacciata nella nicchia, quasi minacciosa, come se fosse la inquietante forma di un qualcosa irrotto da un altro mondo. 


Particolare interessante è che la nave è incagliata su un banco di libri. E il titolo della personale è proprio Naufragio con spettatore; esplicita allusione a un famoso saggio di Blumenberg, il cui sottotitolo recita Paradigma di una metafora dell’esistenza. Il mondo dei libri, come forma del mondo, è sempre presente nell’opera di Parmiggiani. Libri apparenti, ombre di libri, libri che scompaiono, che forse, riaffiorano, trasparenti, silenziosi, confusi.  

Parmiggiani, Polvere

Ho sempre pensato alle librerie di chi non c’è più. Esistono davvero quello librerie, quelle storie di una vita di ricerca e accumuli e scoperte, quando non c’è più chi ha dato loro esistenza soffiando tra le loro pagine l’alito della lettura? 

Parmiggiani, Scultura d'ombra

Naufragi, rimasti senza più nemmeno spettatori.


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