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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

martedì 17 maggio 2011

Ieri, oggi, domani. Sciarada politico-letteraria.

Si alzava, aggiustava colle due mani la testa e le gambe ingranchite, dava una giravolta per la stanza, e via, pigliava il cappello, via a sciorinare la malinconia all'aria e al sole di piazza Castello, a cercare una salutare distrazione alle baracche del Tivoli*, dove si mostrano le più grandi meraviglie dell'universo. Le piante vestivano il primo verde. Sull'orlo dei viali, ancora umidi e freschi, cresceva un'erba tenera, che faceva piacere al cuore, come se quel poco verde, serpeggiante nell'arido anfiteatro di una grande città tutta polvere e sassi, fosse un ricordo della buona madre natura, che comincia fuori dei bastioni. Nello sfondo nitido di piazza d'Armi** spiccava l'arco della Pace, co' suoi cavalli neri sul marmo bianco, e dietro l'arco uscivano le cime nevose delle prealpi lontane e del Monte Rosa, che nei giorni asciutti si rivela ai milanesi come l'idea un po' confusa d'un mondo migliore. (Emilio De Marchi, Demetrio Pianelli, III 7)


* L'area a est e sud dell'Arena, nell'Ottocento zona malfamata spesso occupata da teatri improvvisati e mercati delle pulci.
** La zona attualmente occupata dal Parco Sempione, ma originariamente adibita alle esercitazioni militari delle truppe acquartierate al Castello Sforzesco.

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