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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

lunedì 19 novembre 2012

Se una mattina d’inverno un lettore


Non è ancora troppo tardi.

Non so se sia vero che un bambino per prima cosa guardi le figure dei suoi libri; nel mio caso, direi che così non sia stato. Certo, però, l’immaginario visivo del lettore – indotto o autogeno – è fondamentale; e le sue trasformazioni costituiscono una sorta di storia della società sub specie iconica. Figuriamoci, se parliamo di letteratura per l’infanzia.

E letteratura per l’infanzia, lo era e lo è ancor più da quando Harry Potter è sfuggito incredibilmente a una grandemagrande casa editrice milanese, è Salani.

E per i 150 anni della casa editrice di Firenze, al Castello sforzesco di Milano, è allestita fino al 6 gennaio 2013 la mostra “Da Pinocchio a Harry Potter”. E lo dico subito, è una delle migliori esposizioni bibliografiche in cui mai mi sia capitato di imbattermi. E lo è non solo per la selezione e l’interesse in sé delle tavole originali e delle copertine, davvero bellissime, e basti la copertina de Il ragazzo che scrisse l’enciclopedia di se stesso


Lo è anche per l’intelligenza combinatoria e il nitore critico del percorso.

Il curatore, Giorgio Bacci – assegnista di ricerca alla Normale, e che ha al suo attivo Le illustrazioni in Italia tra Otto e Novecento per Olschki, ma soprattutto è curatore del progetto di digitalizzazione informatica Archivio Salani (http://www.artivisive.sns.it/archivio_salani.html) – ha creato, e mi permetto di dirlo sinceramente, un piccolo capolavoro che guida il visitatore a cogliere il nesso tra scelte di mercato e linee culturali; a riconoscere la lenta ibridazione con i diversi mezzi di comunicazione a impatto visivo dominante (dai rotocalchi, ai cartoni animati, al cinema); a ricostruire (con le linee guida interne, gli originali delle tavole, gli appunti interni dei redattori, le fasi di lavoro) il lento processo redazionale nell’elaborazione delle copertine; a individuare il mutare, davvero affascinante, della grafica in edizioni, a distanza anche di decenni, dello stesso titolo.

E specifico che di Giorgio Bacci non sono amico; avevo giusto letto tempo fa un suo saggio sui frontespizi nelle cinquecentine di Vitruvio; e nemmeno l’avevo mai visto. Da ieri posso dire che anche come Cicerone, per precisione, respiro, e rispetto dei tempi di vagabonda curiosità del visitatore, soffia in faccia a molte guide professioniste.

Se passate da Milano, non è ancora troppo tardi.