Diciamocela tutta; per lo più, a Hogwarts non è che si sbattano più di tanto a studiare. E sì che hanno un fior fiore di biblioteca!
E debbo dire che non si sono fatti mancare nulla, quando hanno scelto il setting per i vari film. La banda di maghetti infatti studia alla Bodleian Library, o Bodley Library, la meravigliosa biblioteca di Oxford.
Diversi degli ambienti di Hogwarts hanno avuto Oxford come location. Ad esempio la Divinity School fu usata sia per l'infermeria sia come aula.
Per quanto ci riguarda, invece, la biblioteca della scuola di magia è ambientata nella Duke Humfrey’s Library (qui una scena dal Principe mezzo-sangue)
La Bodleian Library fu “fondata” nel 1602 da Thomas Bodley (1545-1613), un tipo che non era solo un intellettuale e un bibliofilo, ma anche un accorto amministratore e uomo di marketing. Tra il resto, infatti, non solo si inventò il Deposito Legale (ossia il diritto di una biblioteca a ricevere una copia di ogni libro stampato in un determinato territorio), ma anche il “libro dei benefattori” per indurre ricchi mecenati a donare fondi e testi rari in cambio di qualche sbavatura d’inchiostro.
La Bodleian Library ha in realtà un passato molto anteriore al 1602; un momento fondamentale fu nel 1447 il lascito da parte del Duca di Humphrey di un largo patrimonio di codici; questa ricchissima collezione fu collocata in quella che è proprio la Duke Humfrey’s Library, la più antica sala di lettura della Bodleian Library.
La Bodleian Library è una cosiddetta Reference Library, ossia una biblioteca di consultazione in cui si entra solo per fare ricerca, e non per leggere libri propri, e i cui libri non possono essere asportati, qualcosa che in Italia un po’ talora si fa fatica a capire. Questo non perché si tema che possano essere rubati o rovinati, ma semplicemente perché certi libri devono essere sempre a disposizione, e nessuno si senta dire che la tale opera fondamentale in cinque volumi e otto tomi “rientra tra un mese”. Forse.
Sempre per il principio della tutela dei libri per i lettori che verranno tra due secoli e non per la comodità di quello annoiato di oggi – chiunque entri nella Bodleian Library deve firmare il cosiddetto Bodleian Library Oath; o recitarlo solennemente, se ci tiene, come si faceva una volta.
L'antico giuramento originale, latino, suona così:
Do fidem me nullum librum vel instrumentum aliamve quam rem ad bibliothecam pertinentem, vel ibi custodiae causa depositam, aut e bibliotheca sublaturum esse, aut foedaturum deformaturum aliove quo modo laesurum; item neque ignem nec flammam in bibliothecam inlaturum vel in ea accensurum, neque fumo nicotiano aliove quovis ibi usurum; item promitto me omnes leges ad bibliothecam Bodleianam attinentes semper observaturum esse. (Leges bibliothecae bodleianae alta voce praelegendae custodis iussu).
Naturalmente c’è un evidente anacronismo, che infatti è stato introdotto in un momento successivo per fronteggiare i nuovi incubi dei bibliotecari. Per facilitare il riconoscimento, questa è la traduzione inglese.
I hereby undertake not to remove from the Library, nor to mark, deface, or injure in any way, any volume, document or other object belonging to it or in its custody; not to bring into the Library, or kindle therein, any fire or flame, and not to smoke in the Library; and I promise to obey all rules of the Library.
Mi raccomando dunque, niente fuoco e fiamme.
Che se proprio qualcuno vuol diventare famoso, cominci a concentrarsi sul libro che ha davanti – che magari qualcosa ne vien fuori – e non gli passi per la testa di fare come Erostrato che distrusse l’Artemision, una delle Sette meraviglie dell’antichità, perché “voleva passare alla storia”.
Certo che dar fuoco alla Bodleian Library... Con quante Y si scrive Ryan Air?
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