Negli ultimi tempi ho decisamente latitato. Proviamo a divagare.
Mi imbatto in Family Connections in Accessing Licensed Occupations in Italy, di Gaetano Basso e Giovanna Labartino, all’interno di Family Ties in Licensed Professions in Italy, un report della Fondazione Rodolfo Benedetti (http://www.frdb.org/upload/file/family_professions_fRDB_050711.pdf).
Ora, che l’Italia sia una società statica, e asfittica, in cui i lavori si ereditano, è storia tristemente vecchia.
Però a pag. 40 c’è qualcosa di interessante; la classica tabella a due entrate, con sia sull’ascisse sia sull’ordinata le varie tipologie di professioni: operai; impiegati; insegnanti; Dirigenti di medio livello; Dirigenti; Professionisti; Imprenditori. Già la scelta della sequenza potrebbe essere significativa, con gli insegnanti collocati sotto i dirigenti di medio livello. D’accordo: da qualche parte dovevano piazzarli.
L’aspetto interessante della tabella è che l’ascisse indica il mestiere dei padri, e l’ordinata il mestiere dei figli. È così possibile registrare per ogni professione qual è l’approdo lavorativo dei figli.
Nulla di particolarmente sconvolgente. C’è poco da sorprendersi che il 57,47% dei figli di operai faccia a sua volta l’operaio; e – chi l’avrebbe detto – i “professional” (medici, architetti, avvocati, giornalisti etc.) tendono a tramandarsi il lavoro tra generazioni (il 28.26%, ossia il segmento maggiore, dei loro figli è, a sua volta, “professional”).
C’è però un dato che mi ha incuriosito molto. È possibile infatti riconoscere qual è la professione che, come dire, tende meno a riprodursi di padre in figlio. Dunque, dicevamo che il 57.47% dei figli di operai fa l’operaio; il 43,69 dei figli di impiegato, l’impiegato; è così per il 32,12 degli imprenditori, il 28,26 dei “professional”; il 14,30 dei manager; il 13,73 dei dirigenti medi. E in fondo, proprio in fondo, il lavoro che nessun figlio vorrebbe fare. E sì, perché solo il 13,51% dei professori ha un figlio professore. Gli altri scappano tutti.
Ripensando al silenzio in cui è sprofondato questo blog, non mi sorprendo.
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