Su questo Blog

Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

martedì 11 gennaio 2011

A Urbino c’era l’aria buona

Poiché oggi è un giorno per me un po’ particolare, è tempo, in questa categoria Osservazioni oubique, di un’osservazione senz’altro oubiqua e personale, legata alla mia vita di là dal Foglia.
Ludovico Agostini, strambo intellettuale pesarese, radice quadra di ideologo controriformistico, nel suo dialogo L’Infinito (1593) rilegge l’ormai tramontato eden della Urbino del Cortegiano riproponendolo secondo un’utopia politica retriva e ottimatizia. Ne riporto la descrizione teofrastico-paesaggistica perché mi ha fatto sorridere pensando a una frase che udivo spesso.

Non vi mancando quivi [a Urbino] cosa che si desideri – in particolare sul promontorio di Focara, a nord di Pesaro – non vagaremo altrove per cercar miglior sito di quello ov’al presente ci troviamo. [...] L’aria di questi paesi suole per natura produrre uomini temperati ne’ vizi, docili in ogni sorte di scienza, forti nella guerra, civili nella pace, amici d’ogni uomo, nimici di niuno e per longa abitudine così bene avezzi all’obedienza, ch’i prencipi loro si son sempre così bene di loro gloriati, com’essi fatti gloriosi del principato e reggimento di quelli, fra tutt’i prencipi dell’universo tutto esempi singolarissimi di religione e di giustizia.

L’aria buona, dunque. Persone temperate, civili, amanti del sapere. Peccato che il pesarese e temperato Agostini dovette lasciare l’università di Padova perché uccise un compagno. Pazienza, dai, la costanza e l’equilibrio verranno con l’età, magari quando il pesarese Agostini, nella sua opera maggiore, le Giornate Soriane ambientate nella villa roveresca di Soria, dalle parti della baia Flaminia, perché chi gode dell’aria buona intenda – inscenerà un dialogo tra personaggi che sono ipostasi esplicite di aspetti del suo carattere: lo Stupido, lo Sventato, l’Opposito, il Volubile, il Confuso, il Vano.

Nessun commento:

Posta un commento