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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.
venerdì 11 marzo 2011
Tutto quello che avreste voluto sapere da Achille, e che non avete mai osato chiedere
Non ne faccio una vera scheda, perché forse la fisionomia del libro non lo permette, né incentiva. Però mi è capitato per le mani Cesare Segre, Dieci prove di fantasia (Torino, Einaudi, 2010), in cui sono raccolti dieci brevi testi approntati ormai una decina d’anni fa, soprattutto per il “Corriere della Sera”. Oltre a due “interviste impossibili” – a Giulio Cesare e Marie de Gournay (pupilla di Montaigne e sua curatrice), che scontano un po’ una qualche usura del genere e una certa cautela paludata che fa dell’intervistato una figura superiore all’intervistante e un po’ saccente – e a tre testi a se stanti – il “quasi racconto” Come si fa a morire sul suicidio di Pavese, e due “quasi-articoli”, il primo, Machado e Guiomar, su uno dei tanti senhal che celano figure e rapporti che la poesia ha saputo trasporre in mondi negati alla banalità, a tratti persino incomprensibilmente meschina, del quotidiano, e il secondo, Il marito tradito duella con Alfieri, sul celebre episodio della bella Penelope, che lo scandalo seppe liberare dai vincoli sociali. I brani davvero più significativi, le vere “prove di fantasia”, sono però cinque storie controfattuali, il racconto alternativo, il verso della grande pagina di letteratura: Gano di Maganza (il suo monologo il giorno prima dello squartamento), Isotta e Tristano (nelle parole di quella dai biondi capelli, la sua intelligenza nel guidare e lasciarsi trascinare dall’impulsivo satanasso, la serena fragilità degli entusiasmi dell’amore), Guillem de Cabestanh e la novella del cuore mangiato, Cunizza e Sordello (i bollenti spiriti della prima, e la grettezza arrivistica del secondo), Charles Bovary, e la sua contestazione di Flaubert, e la disperazione perché lo stesso ricordo dell’amore è deformato dalla scoperta della vacua e volgare falsità di Emma. La morte fu squallida come era ormai tutta la mia vita. Ciò che non si dovrebbe, ma che non si può non fare. Entrare nei libri, e sedersi, dietro al risvolto della quarta di copertina, con il personaggio più amato per farsi raccontare la sua vera storia.
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