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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

giovedì 16 giugno 2011

e sì dissi sì voglio Sì

Il 16 giugno è il compleanno della mia biblioteca. Come un accorto potrebbe maliziosamente supporre, è il medesimo del Bloomsday, il giorno in cui si svolge, nel 1904, per l'intera giornata, l'Ulysses di James Joyce. L'anniversario dei miei libri non è scelto a mezz'aria tra il cult e lo snob. Neppure fissato proditoriamente come una specie di catarsi libresca in omaggio malcelato a uno dei più celebri libri del Novecento, secolo nel quale la maggior parte della mia biblioteca si è formata. L'indicazione del 16 giugno potrebbe essere una scelta casuale per poter cominciare in qualche maniera un libro sui miei libri. Con una giustificazione, più allusa che reale. Il giorno genetliaco potrebbe anche essere riferito realmente all'Ulysses joyciano per una irruzione erratica della mente, assunto come casuale simbolo, rappresentando un'odissea il periplo di una biblioteca. Viaggio tra i libri affidati a me dalla sorte per un certo numero di anni e da me custodito, per il tot di tempo concessomi. E perciò, in questo lasso d'esistenza mia, col diritto assoluto di parlarne. (G. Marcenaro, Libri. Storie di passioni, manie e infamie).



Oggi è il Bloomsday, festeggiato in tutto il mondo. Il più importante, ovviamente, a Dublino; fulcro di un fittissimo programma, è  una passeggiata, di cui mostro sotto il percorso, a ricollegare le tappe del romanzo.




La prima parte dell'Ulysses, come noto, è stata stesa a Trieste. Una breve passeggiata, allora, si può fare accanto a Joyce, varcando il Canal Grande.

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