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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

sabato 2 ottobre 2010

I versi satanici

Se i vostri versi fanno schifo e la metrica zoppica, tranquilli: probabilmente non è colpa vostra, ma siete solo posseduti dal demonio. Lo si deduce dal cap. XLI De inaepta Daeomum Poesi [L’insulsa poesia dei demoni] del De cognitionibus quas habent demones di Federigo Borromeo.  Quel Federigo Borromeo. Che i demoni non abbiano vera scienza, il cardinale non era che l’ultimo dei teologi a dirlo. Ma, per suffragarlo, riporta anche alcuni mediocri versi demoniaci (proprio nel senso di scritti dal demonio), nonché gli oracoli delfici (semenza di Satana, per una secolare interpretazione cristiana), in cui già Plutarco notava errori metrici e sostanziali.  D’altronde la conclusione è stringente: “E anche a prescindere dall’eleganza lessicale e metrica, nei loro stessi scritti mai i demoni hanno realizzato qualcosa di elegante e raffinato che possa stare a confronto con l’eleganza e la raffinatezza di un Omero, un Pindaro, un Cicerone”. Sorridete, quindi: ciò che non fece il Del modo di comporre in versi in lingua italiana del Ruscelli, potrà fare un esorcismo.

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