Concludo qui, finalmente, la macroscheda dedicata a Langhe e Roero; ormai sono rimaste solo poche frattaglie, ma credo davvero curiose per l’intreccio di storie e percorsi.
Come ben si sa, Langhe Roero e Monferrato, più che per la letteratura, sono famosi per gastronomia ed enologia. Barolo, bagna caôda, tajarin, agnolotti al plin, murazzano, lumache di Cherasco, torrone di Alba, cuneesi al rhum, nutella, tartufo bianco, salam ‘d Neive, Arneis. E Cinzano.
La Cinzano ha sede a Santa Vittoria d’Alba, bellissimo paesino appollaiato tra Roero e Valle Tanaro.
Avete idee di quante bottiglie possano esserci nei magazzini della Cinzano? Nemmeno io, ma a fine della Seconda guerra mondiale ce n’erano circa un milione. E i tedeschi cercarono di portarsele via. Gli abitanti del paese difesero – a rischio della vita – quelle bottiglie, nascondendole. E a questo episodio è ispirato un film, intitolato proprio Il segreto di Santa Vittoria, diretto nel 1969 da Stanley Kramer (quello di Indovina chi viene a cena e di Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo, insomma, mica ciàspole), con un cast davvero impressionante con Anthony Quinn, Anna Magnani, Virna Lisi, Renato Rascel, Giancarlo Giannini.
Poi, come si vede da questo video, il film è stato girato nei dintorni di Roma, e l’accento ha proprio poco di piemontese, ma le ragioni di cassetta erano abbastanza chiare.
Che altro avrà mai da dare un posto come Santa Vittoria d’Alba? E invece, appena arrivati nella piazza ai piedi della rocca, si vedono due epigrafi affiancate.
A sinistra, quella per Carlo Bertero, medico e botanico e viaggiatore, nato nel 1789 e naufragato al largo di Valparaiso nel 1831 al ritorno da un viaggio a Tahiti.
Ad onore e ricordanza perenne
del dottor fisico
Carlo Bertero
naturalista e botanico illustre
nelle remote regioni equatoriali
di novelle e peregrine specie di piante
esploratore e scopritore infaticabile e audace
nato a Santa Vittoria d’Alba
il 14 ottobre 1789
il comune
decretava questa lapide
nel primo di lui centenario
1889
A destra, un’epigrafe molto più recente, ma in latino. Perché a Santa Vittoria d’Alba è nato anche Oreste Badellino (1896-1975), professore al celeberrimo Liceo D’Azeglio di Torino e autore nel 1949, tra il resto, del dizionario latino Badellino-Calonghi che chiunque abbia sostenuto anche un solo esame di latino conosce.
Sanctae Victoriae de Alba XIV Kal. Mart. A. MDCCCXCVI nato
Augustae Taurinorum VIII Kal. Mart. A. MCMLXXV mortuo
viro alti ingenii atque excelsi animi
latinae linguae litterarumque peritissimo
maximo post Aegidium Forcellini lexicographo
cuius lexicon ex italico in latinum sermonem
monumentum exstat posteris
scientiae et amoris linguae humanitatisque latinae
hunc lapidem
sanctavictoriensis civitas
ad tanti viri perennem memoriam
V Non. October A. MCMLXXVI
P.
Sul latino, mi sentirei di metterci la mano, visto che l’autore dell’epigrafe è Riccardo Avallone, professore all’Università di Salerno, autore di storiche Esercitazioni latine e di studi non solo sulla letteratura e la cultura latine (ad esempio su Mecenate), ma anche su sorrentini e sorrentiniani illustri della letteratura italiana come Masuccio e Tasso.
Anche Barolo ha la sua piccola gloria letteraria. Proprio la strada che conduce al Castello dei Marchesi Falletti, in cui ha sede il museo del Barolo, si intitola a Silvio Pellico, che presso i Marchesi – dopo i dieci anni allo Spielberg – trovò rifugio fino alla morte. Al castello, al fianco di Juliette Colbert, figlia del grande economista francese, Silvio Pellico curò la grande biblioteca, e qui scrisse Dei doveri degli uomini.
E, infine, un ultimo sfizio: ciondolando per Alba mi sono imbattuto nella casa natale del grande critico d’arte Roberto Longhi, celebre soprattutto per i suoi studi su Caravaggio, Piero della Francesca e l’arte lombarda. C’entra poco con il blog, ma mi piaceva l’intrico di storie e di culture di questa terra.
Nessun commento:
Posta un commento