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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

sabato 3 dicembre 2011

La biblioteca inutile

Sono passati pochi decenni dalla nascita del libro. E con il libro nasce la raccolta compulsiva di libri. Nasce la volgarità di un'editoria seriale, di un pubblico di massa. E nel 1550 Ortensio Lando, recuperando le critiche di Platone alla cultura scritta, quello stesso Platone che è il primo autore flagellato dalla sua Sferza, compone una paradossale invettiva sull'inutilità dei libri. Un'acre, e ambigua, polemica sullo stesso profilo dell'intellettuale nella nuova società culturale.


Tempo mi pare ormai, Signor Toso, d'ammonirvi nel vostro errore, poi che altro non fate né ad altro pensate giamai, che ad accozzar libri, et hor questo hor quello, senza risparmiar fatica, sossopra rivolgere. Credetelo a me che la molta copia de' libri confonde l'ingegno et indebolisce la memoria, non che l'aiti come altri pensa, o ver sollevi. Certo, se la moltitudine de' libri ci facesse doventare et più dotti et più facondi, non vi sarebbe stato per alcun tempo né il più dotto né il più facondo di Triphone librario o di Tirannione grammatico, che a' tempi di Pompeio il Magno n'hebbe più di tre mila volumi, o per meglio dire di Gordiano imperadore, di cui si legge ch'egli n'avesse più di sessanta mila- Ma che pensiero finalmente è il vostro? Volete per aventura empir tutta la casa de' libri? Hormai altro non ci si vede et tutte le pareti, non sol dello studio vostro, ma della sala altresì et della più interna camera, de' vari autori coperte si veggioni. Dovunque mi rivolgo, ne trovo in ogni lingua scritti, et a qualunque professione appartenenti, et non ve nìè però alcuno in cui non sieno mille diffetti. (Ortensio Lando, LA sferza de' scrittori antichi et moderni [1550], a cura di P. Procaccioli, Roma, Vignola, 1995)

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