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Non si tratta di recensioni. Non si tratta di novità editoriali. Solo le mie note di letture casuali e ritardatarie, da un giorno in cui ho sentito di averne bisogno, a uno in cui non me ne importerà più.

venerdì 27 gennaio 2012

Esperimento di esame di narratologia

Nella quarta facciata di un romanzo la cui scheda è in preparazione, mi imbatto in questo capoverso. Leggo e rileggo, e qualcosa non funziona.

Per una settimana ebbi la sensazione di essere saltata oltre una barriera di vetro, che ogni piccolo pezzetto del mio essere fosse ferito, o rotto, o pesto. Vagai come una rimbambita per Barcellona la mattina presto: i negozi che alzavano le saracinesche all’ora di apertura, i bambini che andavano a scuola. Notai la luce grigio-azzurra che addolciva la pietra. Giunsi in un angolo, questo angolo, l’angolo da cui sto guardando ora, e vidi una donna grassa con i capelli neri con la permanente che mi fissava da un balcone. L’insegna diceva «Pensión», al che le mandai una voce, indicando la mia valigia. Mi fece cenno con le mani di aspettare e subito il piccoletto, suo marito, scese di corsa per portare la valigia al primo piano. Le diedi il mio passaporto, e lei mi condusse in questa stanza.

Dopo il narratore esterno, quello interno, quello intradiegetico ed extradiegetico, abbiamo il narratore ubiquo.

4 commenti:

  1. Effettivamente dovrebbe decidersi: o è all'angolo della strada o è dentro la stanza. Ma il resto del romanzo vale almeno la pena?

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  2. Ciao Melusina. Grazie del commento. Tra l'altro, proprio la reiterata insistenza sull'angolo (in un angolo, questo angolo, l'angolo da cui etc)rende talmente evidente la contraddizione ("ma l'avete capito bene che ora sono sull'angolo?")che all'inizio mi aveva provocato una deriva ermeneutica ("forse c'è un sovrasenso che mi sfugge").
    Quanto al romanzo pubblicherò presto la scheda; è pronta da un po' ma ho così tanto lavoro che debbo centellinare le pubblicazioni. Diciamo che ti anticipo che mi è piaciuto ancor meno di quanto probabilmente trasparirà dalla scheda.
    Grazie ancora, e buon lavoro.

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    1. Beh sai, il concetto di "angolo" è multiforme, e può essere fin troppo facilmente adottato come metafora. Mi è venuta in mente una remotissima trasmissione televisiva di Maurizio Costanzo, il quale concludeva l'intervista all'ospite di turno ponendogli ogni volta la stessa domanda:
      "Secondo lei, cosa c'è dietro l'angolo?"
      Mai che abbia sentito qualcuno dare la risposta che a me veniva spontanea (e avrò avuto fra i 15 e i 20 anni, se non sbaglio):
      "Cosa c'è dietro l'angolo? Un altro angolo".
      Ciao.

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  3. E in effetti anche il concetto di punto di vista, lo è. Io, ad esempio, alla domanda su che cosa ci sia dietro un angolo, avrei senz'altro detto "la base opposta". Ciao.

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